Progetti

INCONTRI CON IL DIRITTO(CON IL CONTRIBUTO DELLA REGIONE CAMPANIA) 

Gli incontri con il diritto nascono con l’obiettivo di divulgare la cultura giuridica e biogiuridica. Ogni anno il Comitato Scientifico individua una tematica di grande attualità che accompagna tutte le iniziative realizzate dal Polo: convegni, tavole rotonde, pubblicazioni, interventi sociali.
L’iniziativa ha come obiettivo la divulgazione della Cultura Giuridica in tutti i suoi aspetti.
Le tematiche affrontate nei vari convegni organizzati dall’istituto, seppure intuitivamente interessanti per gli operatori del settore, assumono importanza anche per i connessi rilievi sociali insiti nelle stesse: si è trattato prevalentemente di istituti di fondamentale importanza giuridica ovvero novità legislative e giurisprudenziali che hanno costituito un’importante occasione di divulgazione della cultura giuridica anche a favore di studenti e, più in generale dei cittadini, al fine i favorire una più consapevole acquisizione di coscienza dei propri diritti e delle relative modalità di tutela.

Di seguito elenchiamo il tema dei progetti più importanti (è possibile visualizzare
locadine e pubblicazioni nelle sezioni dedicate) :


2021 – Nuove frontiere della maternità e della violenza di genere
"Sulle tracce artistiche, giuridiche e bioetiche dell’essere donna e del dare la vita"

La maternità si declina oggi in direzioni inedite e problematiche e induce a rimettere al centro il ruolo della donna nella società e a riflettere sulle nuove minacce che le sono rivolte. Valorizzare il ruolo della maternità e il ruolo delle donne al fine di sollecitare una riflessione sulle molte forme di aiuto alla maternità che oggi la scienza offre. Con tale progetto Il Polo di Biodiritto propone un percorso articolato tra suggestioni culturali tratte dal territorio, riflessione teorica, coinvolgimento di un pubblico giovanile e produzione scientifica.

2020 - Sperimentazione tra passato e presente
“Dalle macchine anatomiche del Principe di Sansevero all’ingegneria genetica” 

A quasi tre secoli di distanza dagli esperimenti dell’alchimista Raimondo di Sangro, Principe di Sansevero, i progressi in ambito biotecnologico e farmacologico sono talvolta considerati poco più che alchimie o stregonerie. Molti sono ancora preoccupati da innovazioni che sembrano poter alterare irreparabilmente la natura dell’essere umano. A partire dalla valorizzazione di un elemento significativo del nostro patrimonio culturale, le macchine anatomiche del Museo Cappella Sansevero, in una originale chiave di lettura, si è proposto un percorso di ricerca sui temi della modificazione genetica degli organismi viventi della sperimentazione e dei problemi giuridici connessi cercando di rispondere alla domanda se fosse possibile assegnare la responsabilità di tali timori a una comunicazione scientifica non corretta, alla facilità di diffusione di notizie false o manipolate. Il progetto è stato quindi articolato su un duplice piano: ricerca biogiuridica e divulgazione da un lato, valorizzazione di beni culturali e coinvolgimento di giovani under 35 dall’altro. In relazione all’ingegneria genetica e alla sperimentazione clinica e farmacologica emergono questioni bioetiche e biogiuridiche delicate, sulle quali si soffermano i ricercatori, ma anche la cittadinanza deve essere informata senza pregiudizi e condizionamenti ideologici; appare per altro evidente che, per supportare il progresso della ricerca, occorre contribuire a sfatare false credenze e timori irragionevoli nella cittadinanza. Pertanto, il progetto ha coinvolto studiosi ed esperti in un percorso di ricerca, confluendo in una pubblicazione scientifica, ma ci si è rivolti anche a un pubblico ampio, per contribuire a evidenziare alcune distorsioni comunicative nella divulgazione. Particolare attenzione è stata rivolta, poi, alla Carta di Napoli, un documento che merita di essere valorizzato e conosciuto più diffusamente, al ruolo dei Comitati Etici nella disciplina delle sperimentazioni e al coinvolgimento di giovani studiosi, attraverso una borsa di studio.

2019 - Confini tra culture
"I migranti nel territorio campano tra normativa, dilemmi etici, diritto alla differenza e distorsioni comunicative”      

La crescente presenza di migranti richiede un’evoluzione dell’organizzazione tradizionale dei servizi alla persona. Se in un primo tempo i servizi agli immigrati sono stati strutturati come servizi “dedicati”, ora essi sono sempre più inglobati entro le prestazioni rivolte a tutti i cittadini, in un’ottica di integrazione e della parità nella cittadinanza. I servizi sanitari possono allora rappresentare non solo un luogo di scambio tra culture diverse, ma un’occasione di riduzione delle differenze e di promozione della non discriminazione e della piena integrazione. Perciò ricade su di esse una grossa responsabilità. Le politiche sociali in una società multiculturale devono necessariamente partire anche “dal basso”, ossia dalle richieste di benessere provenienti dai cittadini, ma soprattutto le azioni di sostegno devono esser parte di una “rete” di interventi finalizzati all’inclusione e alla partecipazione. Il modello di riferimento è di tipo relazionale, poiché per affrontare le differenze culturali non è sufficiente un’analisi quantitativa dei bisogni e degli strumenti necessari a soddisfarli, ma occorre considerare i processi comunicativi e intersoggettivi, così da non ridurre la persona a “utente”, riconoscendole un ruolo attivo.
Tuttavia questo percorso incontra molti ostacoli generati da diffidenze pregiudiziali, scarsa conoscenza dei dati reali, faziosità comunicative. La cura intesa come solidarietà con chi di fatto partecipa ormai del nostro contesto relazionale è il “luogo” della possibile mediazione tra l’applicazione astratta dei principi, il rispetto delle differenze culturali, con le conseguenti richieste diversificate e spesso problematiche, e il superamento delle diffidenze. Vi è, infatti, un diritto alla differenza, che viene rispettato soltanto se si accetta l’eterogeneità della moralità.


2018 - Fine Vita 
“Inizio e fine vita nella cultura napoletana/campana tra biodiritto, bioetica, fede e superstizione”

La tematica da tempo assume uno spazio centrale nelle esperienze morali e culturali concrete dei singoli individui e nel dibattito pubblico mediatico. In particolare si pone l'attenzione sul tema del fine vita e della libertà di autodeterminazione del paziente che sotto la luce  in una progressiva evoluzione del rapporto medico–paziente fa si che a ciascun individuo debba essere consentito il pieno dispiegamento anche in riferimento al proprio vissuto sanitario, che si vuole in linea con i valori che rappresentano il suo bagaglio culturale, ideologico, religioso, filosofico.

2017 - “La cultura bioetica e biogiuridica come diritto e dovere dei cittadini ”
La bioetica e il biodiritto già da tempo hanno assunto uno spazio centrale nelle esperienze morali e culturali concrete dei singoli individui e nel dibattito pubblico e mediatico.
Ognuno di noi è continuamente chiamato a prendere posizione in merito a questioni relative all’inizio e alla fine vita della vita umana, all’uso delle biotecnologie, alla nuova visione della famiglia e delle integrazioni culturali. Gli eventi permettono ai partecipanti di confrontarsi su tali tematiche rispettando ogni prospettiva etica. Gli incontri con il diritto vengono sollecitati dai giovani che continuamente propongono dibattiti su nuove tematiche , che benché trovino le loro fondamenta nel diritto, rappresentano un aspetto cardine della cultura in generale e dell’evoluzione sociale.


INCONTRI CON IL SOCIALE (CON IL CONTRIBUTO DELLA CHIESA VALDESE)  

2021 - "Fiori dalla polvere. Empowerment e competenze per donne vittime di violenza"


In questo progetto si promuove una riflessione, a più voci, sul tema della violenza di genere con un approccio ad un tempo stesso culturale, scientifico e giuridico.  Dopo un attento studio in stretta collaborazione con i centri preposti, sull’aumento degli episodi di violenza contro le donne in Campania, nasce un sito/blog dove verranno raccolte in modo anonimo le storie e le esperienze delle vittime. Da tale momento di confronto aperto e libero verranno estratti i racconti più forti, pubblicati in un volume originale. Attraverso il confronto e il racconto ed un percorso di affiancamento con professionisti del settore si auspica una ripresa psicologica e sociale di chi ormai, molte volte, ha deciso di rinunciare a vivere un’esistenza serena.

2020 - "Un film per evadere" III Edizione (
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Una rassegna cinematografica creata selezionando una serie di pellicole che verranno proiettate all'interno delle case circondariali per la comunità dei detenuti. Scopo dell'iniziativa non è solo quello di creare un momento di distrazione ma, approfittando dell'immagine filmica, si vuole sfruttare il processo di identificazione-proiezione attraverso ci il detenuto rielabora il film in funzione dei propri vissuti emotivi, facendo salire alla ribalta la memoria e determinando una presa di coscienza delle proprie inquietudini. Dunque, il cinema viene interpretato come strumento terapeutico, diviene fonte preziosa cui attingere per un’attività rivolta prevalentemente al campo della riabilitazione emotiva e della personalità. Il progetto si concluderà con la stesura di un libro dove verranno raccolte delle brevi considerazioni scritte da detenuti su ciascun film proiettato.

La terza edizione del progetto è rivolta ai giovani detenuti nell’Istituto Penale per Minorenni di Airola. L’Istituto registra una presenza media giornaliera di 25/26 detenuti, di età variabile tra i 14 e i 24 anni, ma in prevalenza nella fascia d’età 18-20. I giovani detenuti sono seguiti da un’équipe multidisciplinare, in cui è presente un operatore socio-educativo di riferimento stabile appartenente all’Amministrazione; le attività formative, professionali, culturali e di animazione sono effettuate in collaborazione con operatori di altri Enti e avvalendosi di associazioni del privato sociale e del volontariato. Le riflessioni dei detenuti sui film proiettati sono raccolte in un libro che prende il nome dal progetto.

La prima e seconda edizione del progetto sono stati svolti senza il contributo della Chiesa Valdese, con il Comune di Napoli e il carcere di Poggioreale. 
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